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Algie temporo – mandibolari: |
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Dolore dell’articolazione temporo - mandibolare, o ATM, che connette la mandibola al cranio. I microtraumi prolungati (precontatti dentari),le malocclusioni, un trauma severo alla mandibola o direttamente all'articolazione, un "colpo di frusta", alterazioni della postura, abitudini viziate che comportino il sovraccarico dell'ATM (ad esempio l'onicofagia) possono essere tra le cause delle disfunzioni dell'ATM; Altre cause di disfunzione dell'ATM sono meno chiare: alcuni esperti suggeriscono che lo stress, sia fisico che psichico, può causare o aggravare i disordini dell'ATM. Le persone che soffrono di questi problemi spesso serrano o digrignano i denti durante la notte (bruxismo); ciò può portare all'affaticamento dei muscoli mandibolari e indurre dolore.
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Algie vertebrali (rachialgie): |
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Indica il dolore del rachide, ossia della colonna vertebrale. Quindi interessa la parte centrale del tronco, posteriormente, la dove e' situata la colonna vertebrale. L'estensione e l'intensita' del dolore variano in rapporto alla causa e quindi in rapporto all'entita' dell'irritazione tissutale o del danno prodotto. Le cause sono fondamentalmente riunite in tre categorie: posturali, da alterazioni contingenti della postura (ad esempio permanenza prolungata davanti al computer su di una sedia scomoda) o da deformita' consolidate(per esempio scoliosi lombare); malformative, principalmente spondilolistesi, ma anche condizioni piu' subdole e di difficile diagnosi come ad esempio la spina bifida occulta ed, infine, degenerative, spesso legate al passare degli anni (come l'artrosi), o a modificazioni dell'ambiente ormonale (come l'osteoporosi).Il dolore puo' essere strettamente locale ed esprime il danno diretto della colonna vertebrale, per lo stiramento dei legamenti, la deformazione del disco intervertebrale, le sollecitazioni sul piatto discale e la contrazione muscolare. Tipico e' il dolore al collo o il dolore del fondo schiena. |
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Benessere psico – fisico: |
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Nella sua espressione più moderna, "la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale". Il benessere psicofisico fa quindi parte integrante del concetto di salute. Fra questi due estremi lo stato di salute dell'individuo, pur rimanendo entro i limiti segnati dalle sue caratteristiche genetiche, fluttua in funzione dei numerosi fattori ambientali cui l'uomo è esposto, ma anche in funzione della sua professione, dei suoi rapporti sociali e, infine, del suo modo di vivere e delle sue caratteristiche comportamentali. La salute", la "forma", cioè la condizione fisica, costituisce una componente importante e integrante della salute dell'individuo. Essa influisce in modo determinante sulla "qualità" della sua vita, in quanto può essere fonte di benessere e di serenità. Presupposto affinché la vita sia "qualitativamente soddisfacente" è un buon livello di benessere fisico, di equilibrio mentale e di adattabilità sociale. Queste condizioni di efficienza organica non si possono né conseguire né conservare, da sole: bisogna conquistarsele con la pratica costante e regolare dell'attività fisica. Ne consegue che la buona salute organica e l'efficienza motoria sono i due lati di una stessa medaglia, e che sarebbe assurdo considerarle separatamente. |
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Cefalea: |
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E’ un disturbo doloroso del capo, faccia e collo, originata da una serie di eventi tali da generare una sorta di iperalgesia (periferica) del distretto trigemino-vascolare, che può essere seguita, nel tempo, da problematiche centrali.
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Cervicalgia: |
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Dolore localizzato a livello della regione cervicale della colonna vertebrale. |
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Cisti linfatica |
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Alterazione cutanea, che può comparire dal secondo stadio di un LE, che si presenta come una vescicola, connessa ai vasi linfatici iniziali della pelle e contenente linfa. E’ provocata dalla dilatazione di tali vasi linfatici. |
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Colpo di frusta cervicale: |
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Meccanismo di accelerazione e decelerazione con trasferimento di energia al collo. Esso può essere innescato da un incidente automobilistico con tamponamento o urto laterale, ma può verificarsi anche durante tuffi o altri incidenti. L’impatto può provocare lesioni alle ossa o ai tessuti molli, che a loro volta possono condurre a svariate manifestazioni cliniche. |
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Coxartrosi: |
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Artrosi degenerativa dell'articolazione dell'anca , si manifesta prevalentemente nei soggetti anziani e comporta una limitazione nei movimenti di abduzione e rotazione della coscia. |
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Discopatia: |
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Degenerazione del disco intervertebrale con conseguente riduzione dello spazio tra una vertebra e l’altra; agevola la formazione degli osteofiti (spondiloartrosi). |
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Distonia vegetativa: |
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indica uno o più sintomi di turbamento della vita vegetativa dell’individuo; è causata da un’alterazione della regolazione nervosa vegetativa centrale. Si manifesta con una diminuzione del tono, dell’efficienza, del vigore e della vitalità della persona, talvolta viene chiamata “esaurimento nervoso”. |
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Distorsione: |
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E’ l’insieme delle lesioni capsulo-legamentose prodotte da una sollecitazione che tende a modificare i reciproci rapporti dei capi articolari. Sono causate da un trauma, sempre indiretto, che imprime alla articolazione una sollecitazione esagerata nei normali piani del movimento articolare o secondo piani diversi da quelli del movimento fisiologico. |
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Distrazione: |
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Stiramento dei legamenti prodotto da causa accidentale, accompagnato da dolore ed irritazione della regione interessata. |
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Disturbi dell’equilibrio: |
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Disturbi della postura antigravitaria, la quale consiste nella postura del corpo e dei suoi segmenti durante la stazione eretta, sia in condizioni statiche che durante un movimento che implichi uno spostamento contro gravità. Il mantenimento della postura è condizionato dal fatto che la proiezione del centro di massa del corpo cada all’interno della base di appoggio. Essa viene degradata non solo dall’età ma anche, ed in modo indipendente, dall’insorgere di malattie degenerative del sistema nervoso e dell’apparato locomotore. |
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Disturbi muscolo – scheletrici: |
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I DMS coprono un'ampia gamma di disturbi della salute. Il gruppo principale è costituito dai dolori e/o i disturbi alla schiena e dai disturbi degli arti superiori legati all'attività lavorativa conosciuti comunemente come "disturbi da stress fisici ripetuti". Queste patologie possono interessare tuttavia anche gli arti inferiori. Tra le cause fisiche dei DMS si annoverano: la movimentazione di carichi, le posture scorrette e i movimenti ripetitivi. Tra le cause riconducibili all'organizzazione del lavoro rientrano il ritmo e la monotonia delle mansioni di lavoro. Alcuni tipi di disturbi sono caratteristici di talune attività occupazioni. I dolori, i disturbi e le lesioni a carico dell'apparato muscolo - scheletrico rappresentano un peso non indifferente per i lavoratori e le loro famiglie. Crescono le prove che dimostrano un collegamento con i fattori psicosociali (per esempio, una scarsa soddisfazione sul lavoro), soprattutto se individuati in concomitanza con fattori fisici. Non esiste un fattore singolo responsabile della comparsa dei DMS: per esempio, la movimentazione manuale dei carichi, da sola, raramente provoca mal di schiena; molti altri fattori contribuiscono alla comparsa di queste patologie, tra cui lo stress, le vibrazioni, il freddo e l'organizzazione del lavoro. Pertanto, è molto importante valutare l'intera gamma dei rischi di DMS e affrontarli sulla base di una strategia globale. La valutazione del rischio deve essere seguita da un insieme di interventi appropriati finalizzati all'eliminazione (se possibile) o alla riduzione dei rischi per l'apparato muscolo – scheletrico. |
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Disturbi d’ansia: |
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L’ansia è uno stato d’animo che fu fondamentale per la nascita della psicoanalisi e della psichiatria psicodinamica. Freud (1894) coniò il termine di nevrosi d’angoscia e distinse due forme di angoscia. La prima era un diffuso senso di inquietudine o di paura che nasce da un pensiero o desiderio rimosso. La seconda forma di angoscia era caratterizzata da un senso sopraffacente di panico, accompagnato da manifestazioni neurovegetative, tra le quali sudorazione profusa, aumento dei ritmi respiratori e cardiaci, diarrea e senso soggettivo di terrore. |
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Dito a scatto ved. Malattia di De Quervain |
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Dorsalgia: |
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Dolore localizzato a livello della regione dorsale della colonna vertebrale. |
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Malattia di Dupuytren (o fibromatosi palmare) |
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Patologia a carico della mano caratterizzata dalla flessione progressiva e permanente di uno o più dita. |
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Edema: |
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Aumento visibile e palpabile di liquidi nei tessuti extracellulari, può essere provocato sia da una quantità esagerata di carico di pertinenza linfatica (ved. capitolo Vocabolario), sia dalla diminuzione della capacità di trasporto del sistema vascolare linfatico. Possibili cause: infiammatorie, meccaniche, infettive, tossiche, idrodinamiche o neoplastiche. L'edema generalizzato dell'organismo è denominato anasarca. |
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Edema ciclico idiopatico: |
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Tipicamente femminile e dell’età fertile, è caratterizzato da un sistema linfatico sano. Si tratta pertanto di un transitorio edema linfodinamico, di origine ormonale, che si manifesta nel periodo premestruale e può provocare un aumento ponderale generalizzato, che si attenua e scompare progressivamente con la comparsa del ciclo. |
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Edema linfodinamico: |
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è provocato da un’insufficienza dinamica del sistema linfatico e si manifesta quando ne viene superata la capacità di trasporto. Il sistema linfatico è sano e funziona a pieno ritmo. Si definisce anche “edema ad alto volume” ed è povero in proteine. |
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Edema linfostatico: |
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è provocato da un’insufficienza meccanica del sistema linfatico, che non riesce a drenare via dal tessuto interstiziale tutto il carico linfatico presente, a causa di un deficit anatomico o funzionale. Viene anche definito “edema a basso volume” ed è ricco in proteine. |
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Elefantiasi (vedi Pachidermia) |
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Ematoma |
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Trattasi di versamento emorragico. Spesso, è sufficiente urtare contro un oggetto per rompere i vasi capillari e provocare un piccolo ematoma; in altre situazioni il trauma causa un danno più esteso e profondo e quindi un’emorragia di maggior significatività. Sede e volume di un ematoma dipendono dal tipo e dall'entità del trauma, dalle dimensioni del vaso leso e dalle caratteristiche del tessuto in cui l’ematoma si forma. I sintomi possono quindi variare: in linea generale, la presenza di un ematoma di una certa dimensione provoca senso di tensione e dolore nella zona colpita, mentre raramente si manifesta con dolore acuto; il dolore si accentua con il movimento della parte colpita. Il sangue raccolto al di sotto della cute viene lentamente "degradato" da cellule specifiche e il colore dell'ematoma cambia nel corso dei giorni (passando da viola scuro ad azzurro verde) per le modificazioni che subiscono le sostanze colorate contenute nei globuli rossi. |
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Epicondilite: |
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L'epicondilite (epicondilite omerale, gomito del tennista), è un'infiammazione dei tendini che vanno a gravare sul gomito, in dettaglio sull'epicondilo laterale. È una dolorosa infiammazione conosciuta anche come gomito del tennista, che colpisce spesso gli sportivi di questa categoria, ma riguarda anche chi sta molto tempo con gli arti superiori fermi nella stessa posizione per altri motivi (segretarie, pianisti, o chi usa molto il pc). Si tratta di un disturbo di carattere invalidante, che, qualora non affrontato con la giusta terapia, può cronicizzare. Il dolore è localizzato dove queste fibre si attaccano all'osso sul lato esterno del gomito o lungo i ventri dei muscoli epicondiloidei all'avambraccio. Le cause di questa tendinite possono essere o i microtraumatismi in conseguenza di movimenti ripetitivì sportivi o lavorativi o traumi diretti con successiva infiammazione dell'inserzione tendinea di questi muscoli al gomito. Si manifesta con dolore ad insorgenza subdola, con dolenzia durante l'uso combinato di mano, polso e gomito. Il dolore può aumentare la sera, dopo la giornata lavorativa. Solitamente la sintomatologia diventa più intensa per entità e durata, con maggior impaccio funzionale e riduzione progressiva dell'attività lavorativa fino ad una vera e propria impotenza funzionale antalgica.
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Erisipela (o cellulite): |
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Infiammazione acuta batterica, solitamente provocata da streptococchi. Controindicazione assoluta al LDM. Rappresenta una frequente complicanza in caso di linfedema e richiede la temporanea sospensione di un’eventuale TDC in corso e un’adeguata terapia medica antibiotica.
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Ernia discale: |
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Espulsione del materiale discale, non più contenuto dall’anello fibroso. L’ernia una volta oltrepassati i limiti dell’anello fibroso può essere contenuta da un legamento longitudinale posteriore intatto: in questo caso si parla di ernia contenuta o espulsione sottolegamentosa. Se, invece, l’ernia è più invasiva, oltrepassa anche il legamento longitudinale posteriore (espulsione translegamentosa) e può perdere anche qualsiasi contatto con il disco originario (frammento discale sequestrato). In altri casi l’ernia, dopo aver raggiunto il legamento longitudinale posteriore, può scivolare sia verso l’alto che verso il basso (ernia migrante sottolegamentosa). In presenza di protrusione discale o di ernia contenuta il materiale discale si limita a raggiungere il legamento longitudinale posteriore e la messa in tensione delle fibre nervose di quest’ultimo determina un dolore lombare (lombalgia centrale). Se, invece, l’ernia è più invasiva comprime un nervo rachideo e diventa causa di algia radicolare. Quanto più grave è l’erniazione tanto maggiore è l’effetto compressivo sul nervo rachideo e tanto più estese sono le zone interessate dal dolore radicolare; oltre al dolore, la presenza dell’ernia discale può provocare alterazioni dei riflessi, della forza, della sensibilità. La protrusione o l’ernia discale si verificano più frequentemente tra la quinta vertebra lombare e il sacro. Quest’ultimo disco è soggetto a maggiore usura sia perché sopporta il peso di tutta la parte superiore del corpo sia perché si trova a livello della cerniera lombosacrale, dove la parte mobile della colonna si unisce a quella rigida, l’osso sacro. In questo caso la lesione discale può provocare una lombosciatalgia; se, invece l’ernia si verifica a livello del 3° disco lombare, tra la 3° e la 4° vertebra, si ha una lombocruralgia.
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Esiti post–chirurgici: |
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Cicatrici, dolori alla colonna, linfedemi localizzati possono essere trattati con giovamento. |
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Fibrosi proteica: |
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progressivo indurimento del tessuto connettivo, tipico di un linfedema dal secondo stadio. E’ provocata dalla stasi proteica nell’interstizio, che induce un’iperproliferazione delle fibre collagene. Richiede un trattamento intensivo con TDC, con specifiche manualità ad elevata pressione ed adeguato bendaggio di compressione. Utile l’utilizzo di Linfotaping.
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Fistola linfatica: |
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alterazione cutanea che può comparire dal secondo stadio di un LE, che si origina dall’apertura di una cisti linfatica, con conseguente fuoriuscita della linfa in essa contenuta e perdita proteica.. Rappresenta pertanto una connessione diretta tra un vaso linfatico e l’esterno, ed una porta d’ingresso preferenziale per germi e batteri.
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Fratture: |
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Qualunque frattura ossea a genesi traumatica è accompagnata da lacerazioni di vasi sanguigni e linfatici, con conseguenti ematomi, edema, dolore.
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Gonartrosi: |
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Artrosi che interessa l’ articolazione del ginocchio . Può interessare prevalentemente il compartimento interno, quello esterno, l'articolazione femoro-rotulea o l'articolazione in toto. Le deviazioni in varo, in valgo e le alterazioni dell'asse femoro-rotuleo sono le cause più frequenti di artrosi secondaria. Il dolore è riferito alle rime articolari, si esacerba con la stazione eretta, la deambulazione, la salita e la discesa delle scale e all'inizio di ogni movimento dopo il riposo. Sono frequenti gli episodi di idrarto. Oltre all'ipotrofia del muscolo quadricipite, si può evidenziare una progressiva limitazione dell'escursione articolare. |
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Linfedema |
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Si tratta di un edema linfostatico. Rappresenta una patologia, ad andamento cronico e tendenzialmente progressivo. |
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Lipedema: |
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deposizione cronica, progressiva e simmetrica di grasso nell’ambito del tessuto sottocutaneo, tipicamente femminile o di rado presente in uomini con gravi alterazioni ormonali (carenza di testosterone). Interessa inizialmente gli arti inferiori, ma può estendersi anche a quelli superiori (in particolare a livello del cingolo scapolo – omerale), con progressione prossimo – distale (dalla coscia tende ad estendersi verso il basso). Il piede non è mai interessato. I tessuti sono particolarmente sensibili alla pressione, e traumatismi di entità anche molto lieve possono causare ematomi. |
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Lipoipertrofia: |
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tipicamente femminile, consiste nell’ anomala distribuzione del grasso corporeo, che si localizza agli arti in modo spropositato rispetto al tronco. I tessuti non manifestano particolarmente sensibilità o dolenzia alla pressione e l’ortostatismo non provoca tendenza all’edema. Il LDM non induce un miglioramento. |
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Lombalgia: |
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dolore localizzato alla regione lombare della colonna vertebrale. |
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Lombo – cruralgia: |
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Dolore irradiato a livello della regione anteriore della coscia normalmente determinato da una protrusione o ernia del disco posto tra la terza e quarta vertebra lombare.
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Lombo – sciatalgia: |
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Dolore irradiato all’arto inferiore, determinato dalla compressione del nervo sciatico. Può interessare la natica, la regione posteriore della coscia o estendersi fino al piede. Normalmente è determinata da una protrusione o ernia del disco posto tra la quarta e quinta vertebra lombare o del disco posto tra la quinta vertebra lombare e la prima sacrale. |
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Malattia di De Quervain e dito a scatto: |
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patologie provocate dalla presenza di un conflitto meccanico a livello delle guaine tendine e dei tendini in esse contenuti. Trattasi dei flessori nel caso del dito a scatto, e degli estensori del pollice nel caso della malattia di De Quervain.
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Pachidermia (o elefantiasi): |
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Alterazione tipica dell’ultimo stadio di un linfedema cronico, caratterizzata da enorme aumento di volume di uno o entrambi gli arti e consistenza durissima della cute e del tessuto sottocutaneo a causa dell’iperproliferazione delle fibre, indotta dalla stasi proteica nel tessuto connettivo. La pelle assume colore e consistenza grigiastra, simili a quella di un elefante. |
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Papilloma: |
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tumore benigno del tessuto connettivo, molto vascolarizzato. |
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Paresi del facciale: |
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Paralisi incompleta e reversibile dei movimenti volontari dei muscoli, caratterizzata da asimmetria delle labbra e della mimica del volto e scatenata da uno stato irritativo del nervo facciale, dovuto a sbalzi della temperatura.
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Patologie reumatiche: |
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Si definiscono malattie reumatiche o reumatismi le condizioni morbose che determinano disturbi a carico dell’apparato locomotore e in generale dei tessuti connettivi di tutto l’organismo. I processi patologici che sostengono le malattie reumatiche sono molto vari: degenerativi, infiammatori, dismetabolici eccetera. Tuttavia non sempre si riesce a trovare, accanto ai disturbi lamentati dal malato, una qualsiasi lesione, per cui vanno anche in questo campo considerati meccanismi psicogeni o psicosomatici.Si distinguono due tipi di malattie reumatiche: quelle infiammatorie e quelle non infiammatorie. Tra le prime si trovano l'artrite reumatoide, la gotta, il lupus; tra le seconde l’artrosi e la fibromialgia. La diagnosi si basa principalmente sulla storia clinica e sull’esame fisico del paziente, mentre esami di laboratorio sofisticati sono molto meno importanti. I sintomi sono molteplici, ma riferiti all’apparato locomotore spiccano il dolore e la ridotta capacità funzionale. Si tratta spesso di malattie benigne di facile risoluzione, ma vi sono alcune reumopatie importanti che richiedono terapie prolungate e controlli periodici. |
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Periartrite scapolo – omerale: |
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Infiammazione dei tessuti di natura fibrosa che circondano l’articolazione della spalla. |
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Piede cavo: |
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Deformità caratterizzata da una esagerata concavità dell’arcata plantare, conseguente prominenza dorsale ed atteggiamento a griffe delle dita. |
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Piede piatto: |
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condizione medica dove l'arco plantare del piede collassa, con l'intera (o quasi) pianta del piede a contatto con il terreno.
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Protrusione discale |
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Sporgenza, prominenza del materiale discale che resta contenuto da un anello fibroso intatto. |
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Radiodermite ( o dermatite postattinica ): |
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reazione acuta e localizzata della pelle, simile ad un’ustione, che può comparire in seguito a radioterapia. |
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Rinite cronica: |
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La rinite è un processo infiammatorio che interessa la mucosa delle cavità nasali e può essere acuta (raffreddore) o cronica. |
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Sclerosi multipla: |
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La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria cronica demielinizzante che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). La grande variabilità dei sintomi che la caratterizzano è conseguenza di un processo di degenerazione della mielina, da qui il termine demielinizzante. La mielina costituisce il materiale che riveste i nostri nervi, permettendo la trasmissione rapida ed integra degli impulsi nervosi. |
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Scoliosi: |
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La scoliosi idiopatica è una complessa deformità strutturale della colonna vertebrale che si torce nei tre piani dello spazio; sul piano frontale si manifesta con un movimento di flessione laterale, sul piano sagittale con una alterazione delle curve, il più spesso provocandone una inversione, sul piano assiale con un movimento di rotazione . Per definizione, la scoliosi idiopatica non riconosce una causa nota, e probabilmente nemmeno una causa unica. |
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Sindrome del tunnel carpale: |
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La Sindrome del Tunnel Carpale (stc) è la neuropatia più frequente ed è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale. Il tunnel carpale è un canale localizzato al polso formato dalle ossa carpali sulle quali è teso il legamento traverso del carpo. In questo "tunnel" passano strutture nervose (nervo mediano), vascolari e tendinee (tendini muscoli flessori delle dita). |
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Sindromi della cuffia dei rotatori: |
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Sotto tale dizione è attualmente compresa tutta la patologia dolorosa e invalidante – ma non traumatica- delle strutture periarticolari della spalla. E’ una tendinopatia che si presenta selettivamente nei soggetti che hanno oltrepassato i quaranta anni, o i giovani dediti a sport che comportano un elevato impegno dell’arto superiore (es. lancio del peso, tennis, pallavolo). |
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Sinusite cronica: |
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Infiammazione cronica, accompagnata o meno da un processo infettivo della mucosa che riveste i seni paranasali, cavità scavate all’interno delle ossa del cranio. |
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Stress: |
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può essere considerato come una risposta organica alla pressione emotiva o mentale (in caso di dolore, paura, sforzi esagerati, ecc…), che provoca la produzione ed il rilascio nel corpo di glucocorticoidi, per meglio far fronte alla crisi. Lo stress riduce le nostre risorse energetiche. Conseguenze possono essere: aumento del rischio d’infarto, ipertono, aumento dell’arterioslerosi, reazioni vegetative errate, stati di eccitazione, ipertono muscolare. Lo stress può essere causato da cambiamenti psicologici, fisici ed ambientali. |
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Distrofia di Sudeck (neuralgodistrofia, complex regional pain syndrome): |
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Dolorosa osteoporosi dei tessuti molli caratterizzata da infiammazione tissutale provocata da lesioni dovute ad agenti fisici: fratture, ustioni, ferite da schiacciamento, applicazione scorretta di apparecchio gessato. Si può riscontrare anche in estremità paretiche dopo apoplessia. E’ caratterizzata da vasocostrizione, linfangiospasmo, alterazione dell’irrorazione sanguigna. E’sintomo di infiammazione da eccessiva reazione di difesa delle parti molli e delle ossa, con acidosi del tessuto. Se non adeguatamente trattata, può evolvere attraverso 3 stadi: iperemico, distrofico, atrofico. |
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Torcicollo: |
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Il torcicollo è un atteggiamento viziato del capo che può essere determinato o da lesioni ossee o da malattie e disturbi della muscolatura, in particolare dello sternocleidomastoideo. Questo muscolo è situato nella regione antero-laterale del collo e può essere accorciato a causa di una malformazione congenita, può subire una lesione o un'infezione che provocano uno spasmo, o può essere coinvolto in un processo morboso sviluppato nella zona del collo. |
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Tossine (eliminazione): |
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E’possibile distinguerne due tipologie: le tossine endogene, prodotte nel corpo come risultato dell´attività metabolica, e le tossine esogene, che il corpo assorbe dall´ambiente. |
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Varici: |
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Le varici si definiscono come dilatazioni permanenti della parete delle vene e colpiscono essenzialmente gli arti inferiori. |
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